Ernesto Guevara de la Senna fu un uomo indubbiamente straordinario, impegnato a coltivare quello che di bello e sublime suppone la condizione umana. Il suo primo viaggio attraverso la Nostra America, (che va dal Rio Bravo fino alla Patagonia) lo ha affrontato con la realtà del continente americano. Con la sua estrema sensibilità non ha potuto non fare caso allo scenario di saccheggio e sfruttamento al quale assisteva ed ha compreso che la liberazione dall’imperialismo era una necessità urgente dei tanti popoli oppressi.
Oggi il Che è considerato un mito, una bandiera, un simbolo di un’utopia. L’utopia che sostiene i tanti dei molti poveri e dei diseredati della terra. L’utopia che inspira tutti quelli che si negano di restare spettatori impassibili delle ingiustizie. La sua immagine accompagna bandiere, manifesti in tutte le dimostrazioni di resistenza nel mondo, da nord a sud, da est ad ovest.
In questi tempi in cui si è dichiarata la fine di tutte le proposte diverse dal capitalismo, a 40 anni dall’assassinio del Che in Bolivia, in un secolo dove parole come "Marxismo, Leninismo" suonano come un anatema, sembrerebbe come un paradosso che la sua presenza sia ancora viva, si espande, si moltiplica.
Mileydis Perez Alea, Cuba 2007
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